Così lontano, così vicino. Non è solo il titolo di un celebre film di Wim Wenders, ma è anche la fotografia di ciò che accade nelle nostre vite. A volte ciò che si ritiene impossibile, distante, lontano appunto, si manifesta d’improvviso e ci fornisce dei segnali utili a capire se si sta sbagliando o meno, se ne vale la pena, o meno. L’impegno dei volontari de “La Stazione” ha rappresentato, in questi anni, l’argine degli spiriti liberi contro la logica dei piccoli compromessi. In un’epoca in cui la dittatura del denaro e dell’accumulo personale a scapito di porzioni intere di territorio lasciate al degrado e all’abbandono, la fa da padrone, nell’essenza stessa del volontariato, del dono, dell’agire spontaneo, c’è un che di rivoluzionario.
E se le nostre grida di aiuto e di sostegno sono spesso cadute nel vuoto a livello locale, in un misto di diffidenza e indifferenza che poteva minare il nostro percorso, è giunto un piccolo grande messaggio di incoraggiamento da lontano, dal primo cittadino di questa Nazione. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha mostrato apprezzamento per la nostra opera di promozione e valorizzazione culturale. Ce lo ha fatto sapere col mezzo più semplice, antico ed autentico: una lettera in busta chiusa (che pubblichiamo in allegato) in risposta a questo nostro cortese invito (di seguito). Forse, dunque, è tempo di perseverare, di non fermare questo treno.
Illustre Presidente,
mi chiamo Vincenzo Martire e vivo da 55 anni in un paese alle falde del Vesuvio, terra dolce e amara, calda e difficile, ma che comunque sento “Terra mia”, e per amore di questa terra ho speso tutto quello che potevo del mio tempo libero, per lasciare un buon ricordo della mia persona e anche qualcosa di concreto, tentando di migliorare, almeno in parte, una piccola parte del territorio che mi circonda rispetto a come l’ho trovata, per tutti coloro che verranno dopo.
Mi sono impegnato in tante attività sociali e culturali fin dall’adolescenza e sono arrivato come conclusione naturale al progetto “STAZIONE” attualmente in atto.
Sul sito dell’associazione www.lastazioneboscoreale.it ci sono due filmati nella pagina you tube, elaborati da me in modo amatoriale ma utili per raccontare quello che per me è un piccolo miracolo: il ritorno alla vita di un bene pubblico abbandonato da Dio e dagli uomini, la vecchia stazione FS di Boscoreale, solo ed esclusivamente per merito di semplici cittadini volontari e volenterosi.
Già so che quello che sto per chiederLe sarà quasi impossibile da realizzare, ma come non mi sono arreso al degrado di quella vecchia stazione dove con l’aiuto di Dio e di tante persone di buona volontà, si è riusciti nell’impresa di riportarla in vita, così non mi spaventa l’idea di chiederLe di venire a farci una visita nei modi e nei tempi che Lei deciderà.
Nel 2009 quando l’avventura della STAZIONE è iniziata, i giovani sognavano di fare un giorno una grande manifestazione musicale, ed io scherzando dicevo che un giorno lì sarebbe venuto il nostro Presidente e tutti pensavano “ma chist’ è pazzo”.
Le istituzioni pubbliche e private non hanno mai voluto sostenerci, anzi in certe situazioni ci hanno anche osteggiato e maltrattato, principalmente perché ci siamo ostinati a voler rimanere “liberi” e non ci siamo piegati alle richieste dei “potenti” che volevano sottrarci fin da subito i locali, ma fino ad oggi per fortuna non ci sono ancora riusciti.
Affidiamo alla sua sensibilità di uomo e di statista, il modo di trovare il tempo e l’occasione per una visita.
Grazie comunque per l’attenzione che il Suo Segretario ha sempre esplicitato a nome Suo, rispondendo sempre alle nostre numerose istanze.
Con Osservanza
Vincenzo Martire
Presidente della “Stazione”di Boscoreale
La Storia della Stazione FS di Boscoreale
Il progetto “STAZIONE” dell’Associazione STELLA COMETA – LA STAZIONE nasce nel 2008, quando RFI consegna ai volontari dell’associazione, con la formula del comodato d’uso, i locali della vecchia stazione FS di Boscoreale, in provincia di Napoli, chiusa all’esercizio dal 2005.
L’associazione, fino a quel momento, era stata ospitata, tra tante difficoltà, in una chiesa e proprio per questo aveva richiesto i locali a RFI, per stabilirvi sia la propria sede ma anche per poter meglio svolgere le sue attività di carattere culturale in primo luogo, ma poi anche quelle sociali, ricreative e ambientali. Inizialmente sono stati ripuliti i locali, nei quali vi era stato depositato di tutto: rifiuti, escrementi e siringhe in quantità notevoli.
Sono poi stati chiusi i varchi di accesso per tentare di scongiurare ulteriori episodi di vandalismo, almeno all’interno dei locali. Successivamente alcune Imprese, credendo nel “progetto”, hanno effettuato i primi lavori, fornendo anche molti materiali in modo totalmente gratuito: è stato rimesso l’asfalto, sono stati forniti e montati gli infissi mancanti, si sono realizzati l’impianto elettrico e quello idrico, con la fornitura dei relativi accessori, perché distrutti o vandalizzati. Sono state fornite delle piastrelle per rifare la pavimentazione in alcuni locali e, in ultimo, una delle imprese ha restaurato tutti gli intonaci delle facciate esterne del fabbricato viaggiatori e ha tinteggiato gli esterni dell’intero edificio. I volontari, dal canto loro, hanno continuato a ripulire l’interno e l’esterno dei locali, raccogliendo tonnellate di rifiuti, hanno demolito i vecchi pavimenti da sostituire ed eseguito tutte quelle opere accessorie per rendere i luoghi più sicuri e più decorosi. Finalmente, nel novembre del 2009, c’è stata l’inaugurazione e ci si è subito attivati per portare di nuovo la vita in quel posto: organizzando concerti, mostre, cineforum, mercatini e tante altre attività sociali e culturali. In seguito, con l’ausilio di alcune persone di buona volontà, sono partiti anche tanti laboratori: tammorra, informatica, ricamo, cucito, balli di gruppo, corsi di lingue, tango, strumenti musicali, danza indiana, ceramica, disegno e fumetto, balli folk, pittura, e tanti altri. Tutte queste attività hanno avuto ed hanno un duplice scopo: allietare le persone, creando aggregazione sociale, e recuperare risorse economiche con la raccolta di tanti piccoli contributi che, messi insieme, sono serviti e servono per pagare le utenze e per completare i lavori interni, nonché per eseguire i lavori di ristrutturazione di altri locali attigui al fabbricato viaggiatori, ricevuti successivamente in comodato da RFI.
Questi ultimi locali sono stati destinati ai ragazzi del quartiere, con la dislocazione in essi di un bigliardino, di un ping-pong e di alcuni tavoli per i vari giochi. Oggi questo bilancio sembra essere estremamente positivo, e certamente lo è, però, volendo fare una riflessione più approfondita, si denota una grave, anzi una gravissima, carenza e cioè il mancato sostegno da parte della pubblica amministrazione. Sono state fatte decine di richieste di aiuto, purtroppo però nessuno ha risposto in modo concreto, ma solo con messaggi di solidarietà e di elogio. I volontari, a un certo punto, si sono rassegnati di chiedere e hanno deciso di andare avanti comunque, solo con le proprie forze e facendo a meno di aiuti dall’alto. L’amarezza che hanno provato è stata grandissima e si chiedono, ancora oggi, se il recupero di un bene pubblico, abbandonato dalle Istituzioni e rimesso in sesto con i lavori, i sacrifici e i risparmi di privati cittadini, non meritasse un minimo di attenzione da coloro che continuano ad amministrare lo Stato. Tuttavia, un piccolo orgoglio viene quando si guarda quella vecchia stazione, dove un tempo circolavano viaggiatori e merci e dove oggi, recuperata al degrado e rimessa in sesto da un manipolo di cittadini volontari e volenterosi, continuano a circolarvi, senza vincolo alcuno, la cultura e le idee.