Domenica 25 Marzo dalle 17:00 con WorkShop pomeridiano fino alle 21:00, spettacolo teatrale ore 22:00
Concept:
Questo non è uno spettacolo teatrale. Forse lo era alla sua nascita, sette anni fa. Questa oggi è un’orazione civile. È ispirata non dalla vita di Domenico Beneventano ma precisamente dall’Arte e dalle Fiaba/Leggenda/Diceria da lui, incarnate e lasciate incompletamente.
Immaginate un insolito narratore, in un piccolo angolo di una piazza, in un luogo qualunque, che comincia a narrare una vita, la vita di un uomo eroico e folle, dalla nascita alla morte.
La storia/orazione di quest’uomo è inventata di sana pianta, nata di getto dall’immaginario comune composto da mille fatti raccontati di cronaca e di inciucio, passando per molti scritti di alcuni uomini e/o poeti del meridione che chissà come si vanno incrostando a volte in posti impensabili delle nostre librerie, camini, scrivanie, cucine.
Quegli scritti e quei fatti giacciono come il sud (forse beatamente?) nell’oblio e nel disuso da decenni. Da qualche anno forse c’è un risveglio.
Ma al di là del risveglio, il loro racconto scintilla spessissimo nei dopocena, nelle sere di frescura dopo il caldo, e mai ad alta voce per strada. Quello che vedrete è un po’ così: è come se, sazio, un commensale si alzasse, si cercasse una bella panchina sotto un lampione e un rampicante, o semplicemente un posto con un po’ di gente, e ricominciasse a raccontare, ma stavolta a chiunque voglia fermarsi… l’unica vera rivoluzione che manca a tutti i Sud.
L’orazione narra come la passione e la vitalità possano, comicamente e tristemente, portare alla morte così spesso, e quasi sempre per strada, soprattutto quando per strada il Pubblico non c’è.
È una di quelle storie la cui fine (e soprattutto il cui fine) è sempre stata una strada.
E per questo non è uno spettacolo teatrale, ma un’orazione, ospitata provvisoriamente da un teatro.