Il recupero del patrimonio immobiliare dismesso a scopo sociale, riflessione su una relazione di Amedeo Piva

Abbiamo recuperato da un documento sul web http://www.fsitaliane.it/cms-file/allegati/fsitaliane/Ferrovie_territorio_sistema_greenways.pdf
una relazione del dott. Amedeo PIVA in qualità di Responsabile Direzione Politiche Sociali di FS e che vorremmo approfondire.

Vogliamo innanzitutto ringraziare il dott. PIVA a nome di tutti i Volontari della STAZIONE FS di Boscoreale, per la sua presenza all’inaugurazione della Sede dell’associazione STELLA COMETA-LA STAZIONE avvenuta il 22 novembre 2009 e soprattutto per la vicinanza e il sostegno dimostrato in questi quattro anni.

Avendo saputo da pochi giorni dell’avvicendamento avvenuto ai vertici delle Politiche Sociali del Gruppo FS, gli facciamo i migliori auguri per i nuovi incarichi che sarà chiamato a svolgere.

Dalla sua relazione abbiamo estratto un passaggio per noi significativo

“La riconversione del patrimonio immobiliare ferroviario per finalità sociali in fondo non è che una restituzione al territorio di beni costruiti con finanziamenti pubblici e quindi in fondo di tutti i contribuenti. Un ruolo fondamentale nella gestione e evoluzione di questi progetti di riconversione non può che essere affidato agli enti locali (comuni, province e regioni) e all’associazionismo. E’ con questi interlocutori che potranno realizzarsi iniziative significative per il miglioramento della qualità della vita delle comunità locali. Le Ferrovie faranno la loro parte”.

Noi Volontari della STAZIONE, abbiamo messo in pratica, forse per la prima volta, il concetto di restituzione di un bene pubblico, costruito con finanziamenti pubblici e abbiamo trattato i locali e le aree ricevute in comodato, come un bene “nostro”, inteso come comunità.

La grande novità dipende dal fatto che il bene comune in questione, ridotto al degrado più assoluto, anche per colpa di cattivi amministratori pubblici, che pur avendolo in gestione dal 2002 al 2007 l’avevano abbandonato a sè stesso, è rinato solo ed esclusivamente con sacrifici, lavori e soldi di privati cittadini, cosa quasi inconcepibile per la nostra disastrata nazione.

In virtù di questo piccolo miracolo, avevamo chiesto alle FS di trasformare gli attuali tre contratti di comodato d’uso, in un unico contratto di fitto “agevolato”, perchè uno degli stabili è ridotto quasi a un rudere e necessita di ingenti lavori di ristrutturazione.

Per recuperare i fondi necessari avevamo pensato a libere sottoscrizioni, ad attività varie di finanziamento, e all’immancabile lavoro dei Volontari.

Pur volendo accollarci l’onere di rimetterlo in sesto con le risorse e i sacrifici di privati cittadini, sempre e solo per finalità sociali e culturali, la formula del comodato non incentiverebbe i cittadini a partecipare, proprio perchè in qualsiasi momento gli immobili potrebbero essere richiesti dall’Ente proprietario.

Purtroppo ci è stato risposto che non è possibile fare un contratto di fitto, in quanto nell’imminenza della dismissione della vecchia linea ferroviaria Cancello – Torre Annunziata, il contratto stesso sarebbe da ostacolo per la valorizzazione degli immobili.

Noi la pensiamo diversamente, in quanto il fabbricato viaggiatori, i bagni di stazione, l’ex fabbricatino IS, le aree di pertinenza, hanno subito senza ombra di dubbio una rivalutazione economica di un certo spessore.

Ingenuamente avevamo pensato che lo Stato potesse essere riconoscente nei confronti dei tanti Volontari, che con il loro lavoro, le loro offerte, i loro sacrifici hanno rimesso in sesto un “bene comune” e che si potesse derogare agli interessi puramente economici, concedendo il fitto agevolato, che se tanto mi da tanto, poteva anche risultare “conveniente” per le casse pubbliche.

Rivolgiamo un appello ai vertici delle Ferrovie e a tutte le Istituzioni, con la speranza che ci possa essere un ripensamento e concederci quel tanto agognato “fitto agevolato”.

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