Redattore Sociale parla della STAZIONE FS di Boscoreale (NA)

L’articolo

Tutta la nostra Storia

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Questo che segue è un sunto di tutta la storia dell’associazione Stella Cometa – La Stazione

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In una vecchia ferrovia in provincia di Napoli, a Boscoreale c’era una volta uno Stato, oggi, forse, non c’è più.

Cosa resta al suo posto? Un enorme, immenso, vuoto istituzionale e non solo. E dove non ci sono regole condivise, basilari, quelli che sono abituati a vivere in un certo modo se ne approfittano, mentre gli altri, gli onesti, i liberi pensanti, sono condannati a subire e a soffrire.

La storia della vecchia ferrovia Cancello – Torre Annunziata, ormai prossima alla dismissione definitiva, è una testimonianza significativa della morte dello Stato, almeno in alcuni ambiti.

Quando la ferrovia fu inaugurata nel lontano 1885, lo Stato Italiano, appena nato, voleva portare lo sviluppo e il progresso anche alle falde del Vesuvio. Per tanti decenni, quella strada ferrata ha contribuito a rendere più agevoli gli spostamenti dei cittadini e delle merci di tutte le comunità che gravitavano su quel territorio.

Poco prima della chiusura all’esercizio ferroviario, avvenuta alla fine del 2005, furono automatizzati tutti i passaggi a livello, per rendere meno gravose le attese degli automobilisti. Il servizio ferroviario però, nell’ultimo periodo, aveva ridotto notevolmente le corse. Ridurre i costi era l’imperativo.

Lo Stato in quella circostanza, abdicava a una sua prerogativa, e cioè favorire la mobilità sul territorio.

Invece di dare ai cittadini più opportunità di spostamento con mezzi pubblici, pian piano, ne si è decretata la distruzione.

In questo scenario si innesta una storia tutta particolare, quella della stazione FS di Boscoreale (NA).

Lo Stato attraverso l’Amministrazione Comunale di Boscoreale, nel mese di maggio del 2002 prende in fitto tutti gli immobili e le aree della stazione al prezzo di 2.400.000 lire mensili (1.240,00 Euro).

La cosa grave è che, con un fitto in atto, le aree, invece di essere curate, pulite, valorizzate, per renderle maggiormente fruibili, vengono abbandonate a sé stesse, con evidente spreco di risorse pubbliche e con l’aggravante del crescente degrado per atti di vandalismo perpetrati a danno di quegli stessi immobili.

Nella primavera del 2007, i Commissari Prefettizi, insediatisi dopo lo scioglimento del consiglio comunale nel 2006, si recano alla stazione. Vogliono vedere come mai viene pagato un fitto per una struttura non utilizzata.

Giunti sul posto, verificano con mano lo stato di abbandono e degrado in cui sono precipitati gli immobili. Scrivono alle Ferrovie chiedendo la rescissione anticipata del contratto che aveva la durata di sei anni, ottenendola misteriosamente senza pagare alcun dazio nonostante tutti i danni arrecati a quelle aree.

Nel mese di febbraio del 2008 il presidente dell’Associazione Stella Cometa, che svolgeva le sue attività nei locali della chiesa principale del paese, animato da una grande voglia di trovare nuovi e più consoni spazi dove poter svolger nel miglior modo attività sociali, culturali e ricreative rivolte a giovani, bambini, adulti e agli anziani, non disponendo, purtroppo, di risorse finanziarie, puntò gli occhi su quella vecchia stazione FS abbandonata.

Dopo essersi consultato con i Soci, contattò gli uffici della Società RFI per avere notizie tese ad ottenere la struttura in comodato d’uso. Le Ferrovie, anche per rimediare a tutto quel degrado, concessero un comodato per cinque anni.

Era un comodato gratuito ma molto, forse troppo oneroso per un manipolo di volontari che operavano a mani nude e senza risorse finanziarie.

Per cui, prima di iniziare i lavori, il Presidente dell’associazione cerca aiuto e sostegno contattando due ditte amiche, per chiedere loro di eseguire i primi interventi. Esse accordano la loro fiducia al progetto socio-culturale che si intende realizzare e così, mentre la prima fornisce gratuitamente i rotoli di asfalto, la seconda si accolla l’onere della posa dell’asfalto, sempre in modo totalmente gratuito.

Senza questo primo intervento, il progetto “La Stazione” non sarebbe mai nato, poiché le casse dell’associazione, in quel momento, sono praticamente vuote.

A questo punto, avviene un altro piccolo miracolo. I pochi volontari dell’associazione trovano sulla propria strada un gruppo di giovani che accolgono la sfida e si buttano a capofitto nel progetto.

Nei fine settimana, il sabato pomeriggio e la domenica mattina, per circa nove mesi, danno tutto quello che possono, ognuno per il proprio tempo disponibile, e rimuovono tonnellate di rifiuti e calcinacci, centinaia di siringhe dei tossicodipendenti e notevoli quantità di escrementi umani ed animali.

Nel frattempo, alcuni commercianti, alcuni artigiani e alcuni benefattori, credendo in quel progetto, danno anche essi una mano notevole. C’è chi regala dei fusti di pittura, chi rifà l’impianto idrico gratuitamente, chi fornisce gratuitamente le piastrelle del salone e paga di tasca propria gli infissi di alluminio mancanti, chi esegue l’impianto elettrico quasi gratuitamente, chi demolisce i pavimenti da sostituire e chi porta gratuitamente tonnellate di calcinacci con i propri automezzi nelle discariche autorizzate.

I giovani volontari, stante la carenza di fondi, si industriano e prima ancora di completare i lavori, organizzano, negli spazi resi agibili, dei concerti, duranti i quali con la distribuzione delle bevande e con la raccolta di offerte spontanee, raccolgono soldi che servono per completare i lavori e per pagare le utenze.

In questo posto, ritornato alla civiltà dopo anni di abbandono, i giovani organizzano inoltre mostre, mercatini, cineforum e feste, mentre il primo corso che vede la luce alla “Stazione” è quello della “tammorra”, che contribuisce notevolmente alla raccolta di fondi, necessari per il mantenimento della struttura.

Dopo tante peripezie e tanti sacrifici, finalmente il 22 novembre del 2009 vengono inaugurati ufficialmente i locali, alla presenza del responsabile delle Politiche sociali del Gruppo FS.

Ancora una volta i benefattori non mancano, tutto il buffet viene offerto da alcuni esercizi commerciali: negozi di alimentari, pasticcerie e rosticcerie.

Nel mese di gennaio del 2010 un gruppo di signore si avvicina alla “Stazione” e chiede di poter frequentare i locali e organizzare un laboratorio di ricamo e cucito con cadenza settimanale.

L’associazione accoglie subito queste signore e da quel momento esse diventano indispensabili, perché oltre ad apportare valori sociali e culturali, si autotassano e versando la loro piccola offerta per le spese di gestione, contribuiscono in modo significativo alla sopravvivenza dell’associazione.

Poco tempo dopo un altro gruppo di signore mette in cantiere un corso di balli e il contributo versato finisce anche esso interamente nelle casse dell’associazione. Questo perché l’istruttrice dei balli non prende nessun rimborso spese, così come le due istruttrici del ricamo e del cucito.

Nel corso degli anni altre attività vedono la luce, corsi di pittura, ceramica, informatica, lingua inglese, laboratori di balli, l’insegnamento di strumenti popolari, un’attività di ginnastica dolce, uno sportello di consulenza psicologica, e inoltre viene allestita un piccola biblioteca con libri donati da privati cittadini, mentre i ragazzi e i giovani del quartiere usufruiscono gratuitamente di un biliardino, un ping-pong e di alcuni tavoli con giochi vari.

Il sogno è diventato realtà grazie solo ed unicamente alla forza di volontà di un manipolo di cittadini, che hanno dovuto affrontare difficoltà che sembravano insormontabili: in primo luogo l’assenza totale di risorse economiche e poi l’atteggiamento ostile dell’amministrazione comunale, che non ha mai consentito ai volontari della STAZIONE di operare in condizioni normali, né tanto meno li ha mai appoggiati.

A sei anni di distanza quella che sembrava un’utopia agli occhi di tanti, è diventata invece una bellissima realtà. Si può quindi affermare da parte dei volontari: “missione compiuta”.

La STAZIONE è diventata anche un SIMBOLO scomodo per tanti politicanti, poiché oggi, in quella che era una vecchia e malandata ferrovia, alcuni cittadini temerari, facendo tanti sacrifici, hanno dimostrato che esiste ancora qualcuno che può occuparsi della gestione di un bene comune senza ricavarci nulla di personale e senza sperperare denaro pubblico.

I Volontari sperano, a questo punto, che lo Stato non permetta che un bene comune ricostruito solo ed unicamente con le sole risorse di semplici cittadini, ed utilizzato da tutta la comunità di Boscoreale, diventi merce di scambio per affaristi senza scrupoli dell’ultima ora, nel caso, purtroppo molto probabile, che la linea ferroviaria Cancello – Torre Annunziata venga dismessa definitivamente, con la conseguente vendita di tutti gli immobili, e senza nessuna distinzione.

In pratica potrebbe accadere che chi ha avuto, ha avuto, cioè lo Stato, e chi ha dato, ha dato, ossia i Volontari della STAZIONE.

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